Legume povero che si coltivava tra il granoturco insieme ai fagioli e ai ceci, con l’avvento di nuove colture ha rischiato di estinguersi. È una varietà di piccole dimensioni, dalla forma spigolosa, le cui colorazioni vanno dal grigio al marrone maculato. Con la sua buccia tenera e l’aroma delicato è ideale per zuppe o insalate, come contorno al baccalà o in purea col cotechino.
La cicerchia si coltiva nelle colline intorno a Serra De’ Conti, cittadina marchigiana a cavallo tra la Valle del Misa e dell’Esino, nelle terre dei castelli di Jesi, dove si produce il celebre Verdicchio.
Preparare le tagliatelle: versare la farina a fontana sulla spianatoia e al centro rompere un uovo; aggiungere acqua calda poco alla volta e impastare fino a che il composto diventa liscio e compatto. Stendere l’impasto con il matterello fino a ottenere una sfoglia sottile e poi tagliarla orizzontalmente in tante strisce non troppo larghe; tagliarle poi in strisce verticali di media lunghezza (4-5 cm).
Cuocere le tagliatelle per 5 minuti in acqua bollente, scolarle, metterle in una zuppiera e versarvi la cicerchia bollita, dopo averla scolata e sciacquata. Per condire, preparare un soffritto con il peperoncino e la cipolla mentre la pasta cuoce. Mescolare bene il tutto e servire caldo.